Nel 1762 nasce a Nonta di Socchieve, nell’alta Carnia, provincia di Udine , Giovanni Battista Picotti, che ha 14 figli; il quattordicesimo è Vincenzo, nato nel 1820 a San Martino di Campagna, ora provincia di Pordenone (vicino ad Aviano), paese dove una parte della famiglia si è trasferita per avere dei campi da coltivare. Vincenzo è mandato a studiare a Venezia. Lì si sposa, ma la moglie muore senza lasciare figli. Si risposa in seguito con Giuseppina Giuriato, nel 1877, quando lui ha già 57 anni e la moglie 39. Si trasferiscono poi a Verona, dove Vincenzo è impiegato alla Intendenza di Finanza . 
In casa – ricorda lo zio – avevamo una miniatura che lo rappresentava come sergente dell’esercito austriaco nel 1852; nella casa di Pisa c’era ancora la sua sciabola con scritto sul manico “viribus unitis”.

Di Giuseppina Giuriato conosciamo almeno due aneddoti. Il primo riguarda la situazione “igienica” della città lagunare. Raccontava che girava per la città uno con gabinetto ambulante, che urlava il seguente tariffario, naturalmente in dialetto: “Un schéo sensa pezeta, do schéi con la pezeta e tre chi la vuol neta!” Il secondo è decisamente più serio e legato alla resa agli Austriaci, nel 1849, della Repubblica Veneta nata con le insurrezioni dell’anno prima. Lei era una delle ragazze che uscivano vestite in bianco rosso e verde per testimoniare il loro patriottismo contro gli Austriaci e chiedevano ai passanti:”Vustu risi, bisi (piselli) e fragole o polenta e sepie?”, essendo giallo e nero il colore dell’Impero Austro-Ungarico.

Nel 1878 nasce, a Verona, il loro unico figlio, Giovanni Battista. Giovanni Battista fa tutti gli studi fino alla maturità a Verona. In questo periodo diventa amico di Giuseppe Zamboni, studente in filosofia, che in seguito diventerà sacerdote ed eminente filosofo. Così Giovanni Battista conosce la giovanissima sorella di Giuseppe, Leopoldina, nata nel 1888.

Nel 1894, a 16 anni, supera gli esami di maturità e si iscrive a Padova dove si trasferisce con i genitori. Lì muore il padre Vincenzo nel 19O2. Allora Giuseppina raggiunge il figlio a Trapani dove egli insegna al liceo.

Nel 1904 si fidanza con Leopoldina. Il 25 aprile 1907 si sposano, a Verona, e vanno ad abitare a San Remo, dove Giovanni insegna al liceo. La loro vita coniugale sarà così lunga che riusciranno a festeggiare le nozze di diamante.

L’origine degli Zamboni è più complessa. Emilio Zamboni, figlio di Gaetano e Leopoldina Boccoli, nasce nel 1842 e si sposa due volte, la prima con Amelia Morgante, poi , rimasto vedovo, con Clotilde Meneghetti. 
Dalla prima unione nascono, oltre a Giuseppe, già citato, altri 4 figli, dei quali la più nota è Maria, che si sposerà con Marco Trabucchi, membro di un’altra famiglia piuttosto numerosa. 
Dalla seconda unione nascono altri 5 figli, di cui Leopoldina è la seconda. 
Da ricordare anche Irene, che sposa Innocente Bellavite, membro di un’altra famiglia che manterrà stretti rapporti coi Picotti.

L’unione tra Giovanni Battista e Leopoldina (chiamata confidenzialmente Polda) è prolifica, ma in linea con i tempi: 12 figli, con una cadenza così regolare che Polda stessa raccontava che o era incinta o allattava!

Frequenti sono gli spostamenti, dovuti alla professione di Giovanni, insegnante e poi preside fino ad approdare all’insegnamento universitario a Pisa, la città da cui non si sposteranno più. Ne consegue che i figli nascono quasi tutti in città diverse: Clotilde (per tutti Tilde) a San Remo, Giovanna e Vincenzo a Pistoia, Emilio, Francesco e Annunziata ( detta Tata) a Bologna, Luigi e Anna Lucia ( detta Cia) a Potenza, Rosa Maria a Fano, nelle Marche, Marco di nuovo a Bologna, Giuseppe mentre erano in vacanza a Badia Calavena, in provincia di Verona, Tomaso a Pisa.

Di questi, tre hanno purtroppo una vita breve. Vincenzo muore diciassettenne per un’appendicite mal curata (e la madre porterà per sempre la sua immagine in un ciondolo al collo), Luigi a un anno e Giovanna ancora neonata.

Gli altri iniziano a formare nuove famiglie, come si deduce dall’albero genealogico presente in un’altra parte del sito e nascono i primi nipoti, dai primi, Paola, Giovanni e Guido, nati ancora in tempo di guerra (Guido perde il padre in una imboscata nazifascista), all’ultimo, Martino, nato nel 1970 a Bosco, in provincia di Verona, luogo “storico” delle vacanze della famiglia nel dopoguerra: prima il luogo prescelto era stato Selva di Progno, sempre nei Lessini, dove era stato vissuto anche il periodo di sfollamento nell’ultima fase del conflitto.

Per chi voglia farsi un’idea della famiglia consiglio il libro di Rosa, “Scarpa Magna” (contattaci se ne vuoi una copia)o la raccolta di lettere curata da Gian Maria Varanini, figlio di Anna Lucia.

Per finire due brani tutti da leggere sulla famiglia Picotti: il tema della rosa (da considerare il periodo in cui è stato scritto) e le memorie della tilde.